Compromessi… 

Compromessi racconti il Principe

Alla fine decise di non scendere troppo a compromessi con sé stesso per timore di scoprire inevitabilmente le risposte.

In cuor mio credo di averlo capito, seppur la conferma è forte come un sussurro.

Stava inevitabilmente procrastinando i momenti, adagiandosi sui tempi morti ancora concessi, dilatando il tutto come a guadagnare più tempo, sfruttando l’intensità dei giorni vuoti. Erano passati neanche 15 giorni e per lui sembravano semestri. Sorvolava l’indefinitezza e la vanità di una ricerca con grande dignità, quasi con orgoglio, in perenne attesa del colpo di genio.

Non sapevo se ammirare di più la sua tenacia o, razionalmente, biasimare la sua accanita speranza.

In quei momenti la sua attività era utile e definita come le promesse che raccoglieva.

A volte nelle sue istintive intuizioni, pareva comprendere cosa stesse cercando, ma quando era lì sul punto di arrivare al tutto, tornava indietro come a non voler ammettere il vuoto.

Un bambino impegnato in una caccia al tesoro che ha capito che, in realtà, il forziere è vuoto.

Non c’era nessuna ricompensa, nessuno scopo.

Rifuggiva quell’idea perchè sapeva che la mancanza di un senso lo avrebbe distrutto, gettato da una rupe di sconforto senza fine.

Se ci togli un motivo, cosa siamo in fondo?

Nient’altro che macchine, perfette biologicamente, imperfette nell’animo.
Probabilmente quello che stava più male ero proprio io, che dall’esterno osservavo la sua febbrile danza nel buio, e mestamente mi domandavo quale fosse la mia sorte, se il più forte tra i due doveva subire tale sofferenza.

Quella volta anche io decisi di non scendere troppo a compromessi con me stesso.

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