Cronache di un depresso…

Cronache di un depresso

Quella volta mi resi conto di quanto diverso fossi, e di quanto ancora dovevo imparare per uscire dai soliti schemi, per salvarmi in qualche modo, anche il più futile. Non fu nulla di programmato.

Semplicemente, accadde.

Come ogni buon temporale estivo che abbassa le temperature e toglie afa, allo stesso modo mi ridestò dal torpore, o quantomeno fece in modo di smuovere un po’ l’aria che respiravo per far si ch’io capissi dove stessi o meno andando. La freschezza dell’ambiente circostante riattivò il mio cervello stordito e mi indusse a riflettere. Soffrivo di quell’inedia tipica di chi non si attiva partendo dal presupposto che tanto non serve a niente. Quella posizione di rinuncia alla battaglia di chi fintamente reputa inutile il confronto perché sa di non poter vincere, o sa che il gioco è truccato.

Non avevo fiducia nel mondo, ed avevo ancora meno fiducia in me rispetto al mio mondo già truccato.

Nel mondo dei trucchi

C’è chi nel mondo dei trucchi diventa un buon ladro, perché conosce come cavarsela e sa sfruttarlo, anche se, sotto sotto, non vale niente

C’è chi non sa navigare seguendo la corrente, però poi si trova comunque a vincere. Pur non sapendosi vendere, alla fine vede emergere il suo valore e talento anche tra mille difficoltà. Ecco ai tempi io mi sentivo inadeguato su tutt’e due i fronti.

Non ero privo di talento in modo tale da industriarmi per restare a galla, perché non sapevo farlo.
e non potevo permettermi il lusso di non scendere a compromessi per ottenere quanto dovuto. Non ero sul pezzo per mantenermi attivo, e non ero così geniale da poter ignorare di stare o meno sul pezzo, perché troppo bravo.

Quindi rinunciavo stoicamente a qualunque confronto, proprio per evitare di esser deluso, lasciando agli altri il compito di provarci, mentre io restavo in questa bolla di sdegnata disillusione.
Il mio motto: “tanto è tutto inutile“.

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