Sai come ci si sente in guerra?
No, non credo. La guerra te la porti dentro. Non conosce festivi, non c’è tregua.
Ogni giorno è uguale all’altro ed è un giorno di guerra
in cui dovrai combattere, per non retrocedere. Anche quando ti sembra che sia tutto tranquillo.
Non fidarti, è guerra.
Che ne sai tu della lotta continua, della guardia alta, delle urla come tono di voce, dell’ inutilità del pensiero, delle offese ripetute come mantra nel cervello, del giorno e della notte sempre uguali se sei sveglio. Della lotta continua senza pause, senza quartiere e senza momenti, delle pause che ti rubi e che tu solo sai di non poterti permettere.
Ogni giorno ho una rabbia dentro che potrei esplodere prima di andar via, e statemi lontani voi falsi amici che non avete capito niente. Dite di volere il mio bene ma alla fine ognuno pensa e vive per sé.
Si tratta solo di aspettare il momento in cui avverrà e di godersi i momenti felici in attesa dell’ennesima pugnalata alle spalle. E sorridere mentre accade.
Sono un soldato in trincea e mi porto dietro i traumi di una vita in cui le persone attorno a me muoiono come mosche, e non durano molto di più. Solo che non lo sanno.
Solo questa è la differenza.
Poi dici che bevo e che non mi faccio vedere.
Non bevo per rendere buffo me, o per punirmi o farmi del male.
Bevo perché mi sono scocciato, come diceva quel famoso critico americano:
bevo per rendere interessanti gli altri
George Jean Nathan
Ringrazia che vi sia e che ogni tanto sorrido, perché mi porto dentro la guerra ed ho dovuto dimenticare le emozioni e lo stupore.
Tutto quello che vedo è ormai ordinario.