QUANDO MI CHIEDONO DI TE
Quando mi chiedono di te
giuro che non lo so perché
io guardo sempre altrove
c’è qualcosa che si muove
dentro mentre fuori piove
ti cerco in ogni dove
come a ricordare
come a ritornare
in tutte le parti belle
escludendo quelle brutte
ricordi presi a pelle
lacrime ormai asciutte.
Quando mi chiedono di te
sorrido come se non m’importasse
quasi come se questo bastasse
a lasciarti così via da me
intera nei pezzi di ricordi
che suonano a te echi sordi
di quello che noi abbiamo distrutto
e il nulla della vista assenta il tutto.
Quando mi chiedono di te
ascolto strati di parole velate
lame acute, sottili, affilate
affondano lente come se
io potessi ancora sentire
e sapere di te, per te
qualcosa che va solo ad acuire
l’immenso vuoto diventato spazio
che riempio con quello che non c’è
quando ancora mi chiedono di te.