SALIVA
Ho visto scene di psicosi e paura,
gente che cammina con le mascherine
manco a cercare da ognuno l’abiura
per aver mai attraversato il confine.
Ho visto le immagini di chi picchia un filippino
sull’autobus scambiandolo per un cinese,
utili come le preghiere di un assassino nelle chiese
che dovrebbe sentirsi piccolo come un puntino,
per aver creduto come tutti in una redenzione
come se le intenzioni coprissero l’azione.
Ho visto scaffali vuoti di egoismo
fatto di latte, pasta, carne e foga all’acquisto
manco fossimo in tempi di fame e carestia,
in realtà è solo ignoranza e ipocondria
che tocca tutti, anche gli intellettuali
ma gli istinti primari sono ancestrali,
e la cosa da capire è che noi abbiamo perso,
o mai avuto, l’empatia per capire il diverso,
il senso civico di rispettare le regole fatte per tutti
e non quello che conviene a noi che, da soli, siamo flutti.
Ma che pretese abbiamo di essere ancora umani
se per rimanere sani siamo poi sempre più lontani
dallo stare insieme, mentre ognuno pensa solo a sé
tra i danni e le spese delle vere tragedie
che sono quelle in cui la morte avanza fino a che
restano solo gli spazi vuoti tra le sedie.
Ho visto persone darsi ancora speranza
nelle strette di mano forti e a quel che accada,
nella stima sincera del comunque vada,
nelle carezze all’amica nella comune stanza,
ho visto amanti baciarsi per strada
fregandosene della saliva e della vita in salita,
non è mancanza di responsabilità,
è affettività, il nodo dell’emotività,
è ciò che ci distingue dalle macchine: si chiama vita!