TEMPO DUBBIO
Vorrei avere altri occhi rivolti altrove
e non su questo tempo dubbio
che non mi fa capire né il come e il dove,
se quello fatto finora è stato giusto.
Ho fatto le scelte inseguendo me stesso nei sogni,
nella strada che urlava soltanto:” è ora di andar via”
e allora cosa sono questi versi di bisogni,
quando la risposta era sempre libertà e autonomia.
E così sei fuggito, inseguendo sogni di Erasmus e di città,
quando la vita era solo voluto presente, e per chi passa si vedrà,
stando attento a non volgere mai lo sguardo all’indietro,
sapevi di dover andare e lo scenario alle spalle era tetro.
Ora che sei stato lontano abbastanza, e il tempo è passato per dimenticare,
non sai se hai lasciato troppo andare nella dimenticanza, o se è stato stupido scappare.
Quanto sei cambiato nel frattempo,
quanto perso nel tempo,
quanto sono ancora quel che ero,
quanto non ricordo più di quel che spero.
E che continuo a dirmi che andrà tutto bene,
che le scelte fatte erano necessità vere,
che non ho fatto altro che fare tutto per bene,
ma i dubbi pesano come lacrime e cere.
Ho fatto bene a lasciare andare tutto per incontrare altre persone lasciate poi andare,
che mi hanno cambiato, che io ho cambiato in parte con l’incontro delle nostre vite,
ho fatto bene a cambiare invece di restare, incontrando esperienze a me bandite,
case come porti di mare, cene e aneddoti da raccontare, bardi e poeti difficili da spiegare.
Nel frattempo ti accorgi di essere sempre più stronzo e lontano,
non tendi più la mano al vissuto che diventa sempre più arcano
e ritrovi poco e niente dal passato richiesto
a cui vorresti dire
con lo sguardo mesto: “son sempre lo stesso”.
Thanks to Cottonbro